Ambulatorio Veterinario Aleandri a Roma
Anche i nostri amici a quattro zampe soffrono di problemi dentali e gengivali. I disturbi più comuni sono quelli legati al tartaro: tale problema scaturisce da un accumulo di placca dentale che si deposita e si calcifica formando una zona scura sullo smalto del dente.
Nel caso del cane e del gatto, l'unica prevenzione è rappresentata dall'azione abrasiva del cibo: è ciò che accade, ad esempio, quando l'animale mastica le crocchette. Questo processo, però, non sempre accade in modo corretto: pensiamo a quei soggetti che, per limitate capacità masticatorie o per una questione di gusti, non amano il cibo secco e fanno un largo consumo di patè o bocconcini. Una volta formatosi, il tartaro causa varie problematiche, sia nell'immediato, sia nel lungo periodo: alitosi, dolore, infezioni, ascessi. Con il passare del tempo le gengive possono infiammarsi gravemente e ritrarsi, provocando la progressiva perdita dei denti (piorrea). E non è tutto: non di rado, infatti, le patologie renali, epatiche e cardiache possono avere origine proprio da un'infezione del cavo orale.
Qual è la soluzione? Come per gli esseri umani, anche per i nostri amici pelosi la quotidiana pulizia dei denti rappresenta un valido ausilio per mantenere denti e gengive in buona salute. In commercio esistono spazzolini da denti pensati appositamente per cani e gatti: il modello più pratico ha la spazzola in gomma e un alloggiamento dove poggiare il dito indice. Lo spazzolino si strofina sui denti dell'animale con movimenti verticali dalla gengiva all'apice; si può usare da solo oppure in abbinamento ad un dentifricio per una maggiore efficacia. A tal proposito, attenzione! Assolutamente no ai prodotti ad uso umano, che possono risultare nocivi per l'animale. E' tassativo usare solo dentifrici per cani e gatti che, oltre ad essere privi di sostanze tossiche, hanno un sapore a loro gradito e non richiedono risciacquo.
Come abituare l'animale al dentifricio? Niente "terapia d'urto": l'accettazione del prodotto deve essere spontanea e graduale. Un buon metodo consiste nel fargli assaggiare una piccola quantità di dentifricio dal nostro dito. Per rendere l'impatto ancor meno traumatico possiamo inizialmente applicare il dentifricio sui denti con le dita per poi passare allo spazzolino. Meglio cominciare dai canini e lasciare per ultimi gli incisivi (sono i denti più sensibili).
Quando però il tartaro è già formato ed è troppo abbondante per essere rimosso con l'igiene orale domestica, è necessario portare il nostro amico dal veterinario per una detartrasi (rimozione del tartaro). Si tratta di un intervento semplice e rapido ma che, per motivi di sicurezza, si svolge in anestesia totale: l'animale, infatti, si muoverebbe continuamente durante l'operazione, con gravi rischi per la sua salute. Dopo aver rimosso il tartaro con appositi strumenti, il veterinario procede alla lucidatura e all'applicazione di prodotti antisettici e/o antibiotici.
Nel periodo successivo all'intervento, comunque, il tartaro tende a riformarsi: la quotidiana pulizia con spazzolino e dentifricio può aiutare, ma nel caso di alcune razze particolarmente predisposte può rendersi necessaria una nuova detartrasi a intervalli regolari (da sei mesi a due anni a seconda dei casi).